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Premesse


Un po' lungo da leggere, un po' polemico, un po' pesante

1 - Se pensi di poter essere felice in questa vita continuando a fare ciò che fai, se credi fermamente che siano gli altri e/o le circostanze a impedirti di essere felice, allora questi testi non fanno per te.


2 - Con la tua coscienza ordinaria, non hai deciso dove, come e quando nascere. Non deciderai, a meno di non toglierti la vita, dove, come e quando morirai. L'unica cosa che puoi decidere è come trascorrere questo lasso di tempo. Questo lasso di tempo è il bene più prezioso che possiedi, anzi potremmo dire che è l'unica cosa che possiedi veramente. La moralizzazione del tempo a propria disposizione è una condizione necessaria per poter avere l'unico ruolo che ci spetta nello svolgimento della vita: quello di protagonista. "Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo, che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto, raccoglilo e fanne tesoro." (LETTERE MORALI A LUCILIO - L. A. Seneca - I secolo d.C.)


3 - Siamo fondamentalmente un miracolo. La terra è un miracolo. Le nostre capacità di amare, di astrarre, di fare arte sono miracoli. Miracolo è lo stupore e la meraviglia dei colori, dei suoni, delle piante, dei mari, delle nuvole. Siamo un piccolo organismo pulsante che vive su un piccolo pianeta azzurro in un piccolo sistema solare di una piccola galassia. L'infinito immaginabile e inimmaginabile si compie davanti ai nostri sensi ogni istante di ogni giorno. Eppure, non siamo felici. Siamo in costante ricerca della felicità, senza averne una idea chiara, immaginandola come uno stato da raggiungere possedendo qualcosa di esterno a noi. L'uomo si getta in una incessante ricerca frenetica, destinata, sul piano personale, al fallimento, alla frustrazione e spesso alla più profonda solitudine esistenziale. Sul piano sociale questa affannosa ricerca risulta essere una costante propensione a volere sempre di più. Una spinta a possedere qualcosa che si brama come fonte di felicità: un altro essere umano, un bene fisico, un potere. "Fortunatamente la morte lo libera provvisoriamente da questa faticosa caccia alla felicità." (IL DESTINO COME SCELTA.-T. Dethlefsen.-1993)

 

4 - Mi ritengo una persona fortunata per il fatto di credere che la mia esistenza sia un segmento dell'Essere. Questa credenza mi concede la distanza e la comprensione necessarie a superare i momenti difficili. Citando a memoria C. Piancastelli, "quando sto male, non sto poi tanto male, anche nella dura pietra". Questa credenza mi consente, inoltre, di attingere all'unica energia che non si esaurisce mai: l'amore. L'amore non inteso come sentimento, ma come energia creatrice, citando a memoria A. Piedisacco, "l'amore è ciò che lega in funzione". Purtroppo, essendo una credenza per sua natura un atto di fede, non vi è un modo di comunicarla che sia razionalmente accettabile. Ecco perché non tento di convincere nessuno sulla differenza tra Essere e Esistente. Purtroppo accade spesso che per comunicare una credenza sopraggiunga la narrazione: un impianto teorico di visione del mondo, volto a spiegare il perché di una credenza. Vi sono narrazioni religiose, teistiche e ateistiche, e narrazioni razionali, scientifiche e pseudoscientifiche. Tutte le narrazioni da me seguite e studiate sono state attraenti e spesso molto convincenti. Tutte avevano la caratteristica di volere essere esaustive, credo allo scopo di non essere dubitabili. Spesso l’atto di fede viene posto alla base dell’impianto o celato tra le evidenze. La pretesa di esaustività, però, lungi dal rafforzare l’impianto teorico, ha finito per mostrare lacune di natura storica, scientifica, logica. Il risultato finale è che l’adesione all’una o all’altra narrazione ha finito per essere essa stessa un atto di fede, rendendo la narrazione stessa una credenza.  Lo scopo di Metamovimento è quello di costruire un impianto teorico non esaustivo e perfettibile, le cui argomentazioni sono deduttive e si basano su postulati. Tenterò in questo modo di lasciare a ciascuno il proprio libero arbitrio e la libertà di fare il proprio atto di fede. Per quanto concerne l’incomunicabilità sul piano razionale di alcuni fenomeni, che non sono classificabili sul piano scientifico né attribuibili a quello magico, ho avviato una serie di incontri laboratoriali, dove questi fenomeni possono essere sperimentati e non solo narrati.

 

5 - Quando negli anni 80 frequentai il corso di Storia delle Religioni di un indimenticabile Alfonso di Nola, fui stupito nell’apprendere quante similitudini ci fossero tra i miti delle più disparate religioni del mondo. Una sfilza così imponente di similitudini, da minare per sempre la narrazione teologica che avevo appreso. Recenti indagini archeologiche e studi condotti sui testi sacri di diverse civiltà hanno, poi, minato la narrazione scientifica della nascita e dell’evoluzione della vita e, in particolare, dell’uomo sulla terra. Negli anni anche la narrazione storica delle vicende umane ha svelato lacune insormontabili per chi non vuole rinunciare al senso critico. Ho compreso così che quasi tutto quello che sapevo era una narrazione e richiedeva un atto di fede, una rinuncia al senso critico.

 

6 – Mi sono fatto convinto che esiste una enorme differenza tra l’“uomo individuo” (d’ora in poi individuo) e l’“uomo sociale” (d’ora in poi omuncolo). Non parlo di due uomini qualitativamente o quantitativamente diversi sotto il profilo morale o cognitivo. Si tratta di due aspetti, decisamente distinguibili, della stessa entità. Il primo, l'individuo, è capace di grandi cose, aldilà del bene e del male. Il secondo, l’omuncolo, non possiede grandi capacità. Questi è un animale di branco: pochi alfa che fanno del potere la propria sicurezza e tanti gregari in cerca della propria parte di alimento, materiale o immateriale che sia. Quasi tutte le narrazioni di cui sopra, ovvero con pretesa di esaustività, sono state plasmate dagli alfa di turno per compattare i gregari. Questo tipo di narrazione ha creato e crea faziosità, stigma, emergenza, nemico, angoscia. Tutti strumenti paragonabili ai latrati dei cani da pastore che corrono in ogni direzione per direzionare un gregge. Mentre l’individuo è potenzialmente in grado di crescere moralmente, spiritualmente e intellettualmente, l’omuncolo può solo crescere numericamente, materialmente e inconsapevolmente. Uno degli scopi di Metamovimento è quello di contribuire a far prevalere l'individuo negli ambiti decisionali e far prevalere l'omuncolo in quelli di gratificazione.

 

7 – La narrazione dei sistemi aristocratici, prevalentemente religiosa, premetteva una presunta superiorità degli omuncoli alfa rispetto agli omuncoli gregge. Tale superiorità era legittimata dalle divinità, sostenuta con la forza e tramandata per consanguineità. La ricchezza che garantiva loro il successo era legata alle risorse naturali e veniva accresciuta mediante predazione. Gli uomini individui all'epoca erano emarginati e soppressi come nemici. La narrazione della borghesia, prevalentemente scientifica, prometteva una presunta uguaglianza tra gli omuncoli alfa e il gregge. I suoi valori, di cui sentiamo ancora gli effetti, erano speranza, ipocrisia, laboriosità. La ricchezza era legata ai beni preziosi e veniva accresciuta mediante produzione. Gli uomini individui erano e sono emarginati e soppressi come nemici. Oggi la narrazione della valutocrazia (sistema di governo presieduto dalle banche), prevalentemente emergenziale, prevede l'anonimato degli omuncoli alfa e l'isolamento del singolo omuncolo all'interno del gregge. I valori della valutocrazia sono opportunismo, deresponsabilizzazione e gioco d'azzardo. La ricchezza è convenzionale e slegata da ogni risorsa o produzione e viene accresciuta mediante opportunità. Anche in questa narrazione gli uomini individui vengono emarginati e soppressi. La storia dell'umanità ci racconta senza veli che un vero cambiamento di crescita spirituale e morale non riesce a scaturire da eventi sociali, come rivoluzioni, restaurazioni e chiese. Il cambiamento può scaturire solo dal prevalere, dentro ciascuno di noi, della parte individuo sulla parte omuncolo.

 

8 – La premessa 7 non è un incitamento al disimpegno sociale e politico. Per un omuncolo il proprio pensiero è legge inalterabile e trova sicurezza dal fatto che sia condiviso dalla maggioranza degli omuncoli. Il pensiero dominante è rassicurante per lui. Per quanto mossi da intenzioni moralmente e intellettualmente meritevoli, molti individui si scontrano con l'indifferenza degli omuncoli, finendo per creare confini e pareti di incomunicabilità. Per poter comunicare dobbiamo rivolgerci alla parte individuo e non alla parte omuncolo dell'essere umano. La parte omuncolo di noi non ha orecchi per intendere e recepisce come una minaccia qualsiasi forma di cambiamento o dissenso (La caverna di Platone). Essendo l'omuncolo per sua natura forcaiolo, la comunicazione diventa una rissa, spesso non solo verbale. Affinché ciò non accada occorre non turbare con il nostro omuncolo l'omuncolo altrui, presentandosi portatori di giusto e verità. "Bisogna essere nell'intimo completamente diversi dagli altri, ma simili al resto della gente nell'aspetto esteriore." (LETTERE MORALI A LUCILIO - L. A. Seneca - I secolo d.C.)Solo in questo modo crescita e cambiamento saranno sostanziali e non formali. Ciascun pensiero, frase o azione ha delle conseguenze, di cui si è responsabili. Anche il migliore dei pensieri, se non correttamente veicolato e agito può dar luogo a comportamenti gregari, a mode e a pensieri acritici. L'omuncolo è sempre vivo dentro di noi.

 

9 – Tra tutti i concetti e i principi delle narrazioni che ho studiato, il primo dei quattro sigilli del Dharma resta assolutamente il principio fondante. Non necessita di atto di fede, è deducibile e costituisce il punto di partenza di qualsiasi indagine. Il primo sigillo viene tradotto spesso con “tutti i fenomeni composti sono impermanenti” o più precisamente con “tutte le variabili incidenti sono non-immutabili”. Io preferisco spiegarmelo così: tutto ciò che esiste varia continuamente, l'esistenza non è permanente. Questo semplice principio non è poi tanto immediato e porta con sé molteplici implicazioni, che però non sono oggetto di queste premesse. In questa sede mi interessa evidenziare una sola e ristretta implicazione: in questa esistenza siamo temporanei. Se ciascun individuo dismettesse, anche solo per poco, le sue vesti di omuncolo potrebbe vedere chiaramente che l’unica cosa certa, dalla sua nascita in poi, è la morte. In questo mirabile caso, forse, smetterebbe di essere omuncolo e comincerebbe a crescere come individuo, a percepirsi come un miracolo della vita.

 

10 – Metamovimento è l'impianto teorico che mi consente di vivere al meglio delle mie possibilità questa esistenza e di esercitare una professione di aiuto quale quella dell'operatore olistico. L'impianto non ha pretese di rivelare verità, quanto piuttosto di seminare quel sano dubbio sulle narrazioni e le credenze che minacciano la qualità della nostra vita. Un impianto teorico è necessario per utilizzare strumenti, altrimenti questi restano oggetti inutili o pericolosi. Lo Yoga, il Taij Quan, i vari metodi di ginnastica intelligente, le meditazioni e gli altri sistemi olistici sono strumenti. Per poterli utilizzare serve un impianto teorico, che sia esplicito, non esaustivo e criticabile.


 
 

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